#recensionerevival - HO SOGNATO DI SUONARE LE NUVOLE


Ricordo che l'Autore, supportato dalla nostra CE, Aurea Nox - Casa Editrice ha legato il suo libro alla

Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e che tutti i proventi saranno devoluti interamente alla Ricerca.

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“Dedicato a tutte quelle storie vere che possono sembrare inventate.”

È questa la frase che apre alla narrazione la nuova opera di Sergio Pettinelli.
Un racconto in equilibrio tra fantasia ed esperienza professionale e umana che nel dipanarsi della vicenda divengono indistinguibili.
In virtù della maestria dell’autore, il lettore si trova subito coinvolto nella narrazione fino a mettere in atto quella particolare, momentanea e volontaria “sospensione dell’incredulità” che Samuel Taylor Coleridge chiamava “fede poetica”.

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Docente di Psicologia dell'Età Evolutiva all’Università La Sapienza di Roma, Sergio Pettinelli ha diretto per lungo tempo un Istituto di Studi Psicologici e Psichiatrici. In seguito è stato ideatore e organizzatore del Congresso Nazionale: “Il Malato Cosciente protagonista di un progetto integrato reparto di rianimazione casa”, riconosciuto dal Ministero della Sanità quale “Evento formativo per l’Educazione Continua in Medicina”.
Queste competenze si uniscono alla più che ventennale attività di scrittore; colto e raffinato indagatore dei più reconditi luoghi della psiche nonché al suo essere esperto musicista e compositore.

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Martina è una giovane malata terminale. Possiede un carattere forte e una mente lucida ma, senza poterlo ammettere a se stessa, è disperata perché la malattia che le sta rubando la vita le ha tolto anche l’amore del suo ragazzo il quale appena saputo della condizione di Martina è sparito e non ha più risposto ai ripetuti messaggi di lei o perlomeno questo è ciò che la ragazza crede. La storia di Martina apre davanti al lettore tutta la gamma di complessità familiari, terapeutiche e sociali che una grave malattia trascina inevitabilmente con sé.
La madre è una donna egoica, invadente e poco padrona delle sue dinamiche emotive. Pur sinceramente addolorata per la figlia non fa altro che ricondurre il dolore alla propria persona senza riuscire a prendere in carico quello di Martina.
Il primario della clinica dove la ragazza è ricoverata è stato allievo di un vecchio e stimato professore di Psicologia che svolge ancora attività di consulenza specialistica per i casi più gravi. Sentendosi impotente ad aiutare Martina il medico lo interpella chiedendogli aiuto per affiancare la giovane che forse per lui è ben più di una semplice paziente.
Qui la narrazione si dirama in due direzioni: quella del rapporto tra la ragazzina e il vecchio professore che grazie alla delicatezza, all’esperienza e al profondo sentire umano di quest’ultimo, dopo un inizio faticoso, ora si va facendo sempre più affettuoso e importante per entrambi, e l’altra direzione: quella del rapporto tra lo psicologo e la madre di Martina, la quale vede la propria arroganza e bellicosità disinnescate in poche mosse dall’intelligenza arguta e ironica di lui.
Ci sono molte ombre pesanti da portare in luce e molte responsabilità da affrontare, per i caregiver di Martina…
Intanto il professore servendosi dell’architettura delle fiabe riesce a inserire nel suo sostegno alla giovane paziente un’apertura alle energie positive che la ragazzina ancora tiene salve in sé e lo fa insegnandole a navigare insieme alle immagini dei sogni che di notte la vengono a visitare.
Le dice: “Immagina! Prova a immaginare…”
L’evolversi di questa avventura permeata di attenzione al dolore, di speranza, di capacità insospettabili che l’affetto, l’amore e il mutuo soccorso possono risvegliare è talmente inaspettato da lasciare sospesi sulla parola fine, con una lacrima, e un sorriso dolente e grato.

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Desidero sottolineare che l’autore ha legato questo libro all’associazione per la Ricerca e la Lotta contro il cancro e tutti i proventi saranno interamente devoluti appunto all’AIRC.
Compratelo! Leggetelo! Fatelo girare!
Sono le piccole attenzioni a fare la differenza nei grandi problemi. Ve ne sarete grati!
Io lo sono a Voi fin da ora. Grazie!

Sabina Camani
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