Quando due persone discutono di ANIMA e di CONOSCENZE.

Invitiamo al dibattito.

 

IRENE: «Ricordi quando parlavi di…  interferenze? E io dicevo che se erano cose già vissute in questa o altre vite, l’istinto sarebbe tornato a galla? Io non devo aver mai vissuto altre vite, perché avrei affrontato meglio le interferenze. Posso basarmi solo su una vita. A memoria si vive una volta sola.»

 

ARY: «Difficile dirlo. Se torniamo, potrebbe anche essere perché non abbiamo finito di imparare o non abbiamo compiuto il nostro scopo, o entrambi i casi.»

 

IRENE: «Se io fossi qui ora per la prima volta, cosa sarei? Pensa a una che non è mai nata, se non ora.»

 

ARY: «Adesso esageri e non è giusto. Hai avuto momenti belli. Non sono stati cancellati, ma solo fermati

IRENE: «No, non pensare alla mia vita. Sono nata nel 1966, non sono una rinata Allora cominciamo con questa. Se la tua anima o quella degli altri, di tutti, avesse vissuto tante vite, e una sola invece fosse nata per la prima volta... cosa sarebbe, quell’anima? Ipotizza pure.»

ARY: «Bellissima domanda. Potrebbe trattarsi di livelli di consapevolezza.»

IRENE: «Non bluffare. A livello zero è tutto nuovo e reagiamo agli eventi secondo ciò che ci sembra più giusto o in automatico per istinto, ma da dove viene l'istinto? Trattasi solo di combinazioni chimiche casuali o genetiche? Può darsi che sia un retaggio genetico.» 

ARY: «È nato prima l'uovo o la gallina? Non sto scherzando. Faccio ipotesi.»

IRENE: «Non è inerente. Parlo di anima “UNO”. È sempre esistita secondo te, l’anima o qualcosa del genere? Energia, chiamala anche così.»

ARY: «Quindi come fai a dire che sei "nuova", se l’anima è sempre esistita?»

IRENE: «Non io nello specifico. Io pensavo a me e alle mie interferenze. Un’anima nata una sola volta. Non è possibile che tutti abbiamo tante... vite passate. Qualcuno di nuovo deve per forza esserci. Se no, sa di riciclo... per uno scopo, per imparare, ma se si arrivasse allo scopo, ipoteticamente, alla conoscenza, ipoteticamente, ci arriverebbero le anime rinate? Quindi anche l'anima ha un inizio?»

ARY: «Definiamo cosa è l'anima e cos'è e come si forma la vita.»

 

IRENE: «Dicevo... se le anime già nate più volte sapessero tutto... quelle nate una sola volta avrebbero la capacità di assimilare il tutto o dovrebbero cominciare da capo? Che scopo avrebbero, se no? Procediamo per punti... Anima: essenza spirituale, assimilabile a energia, non in misura di creatore, ma di creato da una energia più forte. Contiene le due parti dell’uomo e della donna, ma non sempre in equilibrio.»

 

ARY: «Per me ci sta. Dunque esiste un’origine. Pura energia neutra, Ok»

 

IRENE: «Serve per mantenere il TUTTO Cerco di semplificare Ci sono cose che non sono comprensibili a noi umani. Per sopportarle e alcuni per servirsene e soggiogare i popoli, hanno inventato le religioni Ma è una sorta di tentativo di razionalizzare ciò che non si comprende In tutto ciò entrano alcuni fenomeni, per esempio i deja vu.»

 

ARY: «Universi paralleli… Multidimensionali Livelli. Ora... Come si forma l'anima. È un processo Non un istante Tale processo potrebbe richiedere più vite fisiche e forme diverse anche non umane Possiamo citare interferenze volute.»

 

IRENE: «Somiglia all’induismo. Interferenze causate da forme diverse che chiamiamo alieni. Dunque esiste un inizio certo. Secondo me l'essere nasce quando si fonde con un corpo prendendo energia da esso e donando in cambio qualcosa. Esso stesso è energia e come tale può essere presente in più dimensioni o universi. Non ha limiti fisici.»

 

ARY: «Ecco, come i sogni. La comunione tra fisicità e spiritualità può generare il bene o il male, includendo tutte le situazioni dimensionali, ecco perché Dio siamo noi. Siamo tutti dèi di noi stessi. La conoscenza non è misurabile. Nessun essere sa tutto e mai potrà saperlo. Arrivo a dire che la conoscenza è talmente vasta da eliminare le differenze tra chi sa qualcosa e chi sa di non sapere In realtà pensaci Do ut des…  Non è dare per avere Ne abbiamo già parlato.»

 

IRENE: «È semplice. È talmente chiaro che non ci si pensa. Quello che mi chiedo è se a un certo punto questa energia ha bisogno di nuova linfa. Perciò penso che chi non ha altre vite passate sia qui per qualcosa di diverso.»

 

ARY: «Troppo semplice. Tu non hai chiaro il tuo scopo, come tutti. Saggio è colui che si accorge di essere sempre ad un passo dall'aver capito. La conoscenza non è misurabile. Nessun essere sa tutto e mai potrà saperlo. Arrivo a dire che la conoscenza è talmente vasta da eliminare le differenze tra chi sa qualcosa e chi sa di non sapere In realtà pensaci Do ut des…  Non è dare per avere Ne abbiamo già parlato.»

 

IRENE: «Io non credo a uno scopo comune, perché ciascuno di noi ha le sue particolità. Solo se le differenze si uniscono, si può dire che lo fanno per raggiungere uno scopo comune. Ma se uno è diverso, non ha avuto altre vite... deve assorbire dagli altri ciò che non conosce. E chi ha più conoscenza dovrebbe elargirla a chi non l’ha. Io intendo questo, per scopo comune. Oppure è solo uno strumento, non lo scopo.»

 

ARY: «È un rapporto di scambio: Do ut des. Io do affinché tu sia in grado di dare. In questo scambio, entrambi siamo soddisfatti.»

IRENE: «Sì, questo mi è abbastanza chiaro. Esempio semplice: io sono tabula rasa su questi argomenti. Cosa posso fare, se non assorbirli da chi sa? Ecco perché dico... anima ...chiamiamola nuova.»

ARY: «Aggiungo: un saggio ha bisogno di ignoranti, un maestro ha bisogno di profani. Ignoranti e profani sono molto più importanti di chi sa. Perché è un cerchio. Poi in questa vita o nella successiva le parti si invertiranno. Ricorda che è il male che rende possibile l'esistenza del bene e viceversa. Che il sopra è uguale al sotto. Sono nato con questi concetti o li ho imparati? Uovo o gallina? Fantasia?»

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